CHIESA SAN VINCENZO – POLLA

 

La Chiesa di San Vincenzo – Polla 1938

Nel 1938 l’architecnico Stabile progetta la Chiesa di S. Vincenzo, come lui stesso chiama “Chiesa di San Vincenzo e Santa Teresa del Bambin Gesù, Architettonicamente avvenirista realizzata dal balzante ingegno di Sta G. Stabile” su commissione del fiorentino Commendator Gino Baldi, che in quegli anni aveva assunto l’appalto dei lavori di rettifica del Fiume Tanagro. Su un pilastro del portico della chiesa infatti era incisa la seguente iscrizione: “Il munifico commendatore Gino Baldi di Firenze donò, MCMXXXVIII, anno XV. Realizzazione Stabile”. (fig.1)

Della Chiesa di San Vincenzo si conservano due prospettive del progetto (riprodotte da precedenti pubblicazioni) ed una foto storica dei primi anni sessanta del secolo scorso, la quale ci mostra l’aspetto originario dell’edificio di culto.

E’ noto che l’architecnico in quegli stessi anni (1937) partecipò al concorso per la realizzazione di una chiesa nelle Paludi Pontine, lodata da Filippo Tommaso Marinetti : lo stesso Marinetti in quell’occasione coniò il termine “architecnico” per Giuseppe Luigi Stabile e dispose la pubblicazione degli elaborati in cinquemila cartoline: è possibile pensare che quello stesso progetto sia stato poi riprodotto dal Nostro nella Chiesa di San Vincenzo, utilizzando per la chiesa pollese la stessa idea compositiva. (fig.2 e fig3)

La Chiesa di San Vincenzo era stata costruita su un terreno agricolo in tangenza con via Luigi Curto, la direttrice che conduce fuori dal paese verso la Via Nazionale di collegamento con Eboli verso nord e Sala Consilina verso sud, in posizione elevata rispetto al livello stradale e a poca distanza dall’Ospedale, edificato nel 1905. Nelle intenzioni dei committenti doveva rappresentare un edificio di culto a servizio delle aree allora periferiche del paese, essendo le chiese maggiori situate nel centro storico e nel vicino Villaggio San Pietro.

Nel progetto originario essa è costituita da una piccola navata con transetto trasversale, nel quale sono posizionati il presbiterio, il coro e la sagrestia. Un atrio filtra l’accesso all’aula, mentre un portico su pilotis delimita il lato destro dell’edificio. Di impronta razionalista, la chiesa si compone di un interessante insieme di volumi puri, privi di copertura, e di solai sottili come lamine; le diverse altezze consentono un avvincente gioco dei corpi di fabbrica, che il Nostro taglia con i solai e con finestre a nastro sia orizzontali che verticali. Oblò completano la ricerca di luce nei vari ambienti. Sul presbiterio, due finestre a nastro ottenute nel rialzo del volume della navata centrale rispetto al transetto permettono un suggestivo effetto di illuminazione spiovente dall’alto.

A completamento del progetto, un altissimo campanile costituito da due setti che formano una croce visibile su tutti e quattro i lati della torre campanaria.

Sul prospetto, tre croci di altezza diversa ed un gioco di tagli di luce verticali, all’interno tra i quali è collocato un oblò. Completano la costruzione una trave estradossata sulla navata principale che consente l’illuminazione dal solaio di copertura.

La costruzione è una delle prime realizzazioni in cemento armato del periodo. Dalla foto storica, si nota come l’esecuzione corrisponda in modo fedele al progetto, anche se le dimensioni appaiono molto ridotte; inoltre è evidente che in fase realizzativa è stato tralasciato il campanile. (fig.4)

Le successive modifiche hanno stravolto l’edificio originario, e diventato negli ultimi anni fatiscente è stato oggetto di ristrutturazione con ampliamento nel 2018.

Del fabbricato originario conserviamo una pianta dello stato di fatto antecedente al 2018 (fig.5), alcune immagini che illustrano le caratteristiche sicuramente innovative della composizione (figg. 6 e 7).

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