I CAMINETTI: LA FORMA DEL FUOCO
I caminetti: la forma del fuoco.
Nel corso della sua lunga carriera professionale, l’architecnico Stabile realizza molti focolari e caminetti: i focolari, grandi camini-cucina utilizzati per il riscaldamento e la preparazione dei cibi, derivano dalla tradizione locale delle “cucine a bancone” in muratura. Sono destinati a contenere le caldaie in rame e spesso sono abbinati al forno per la preparazione del pane. Il rivestimento di solito è in piastrelle in ceramica, mentre gli spigoli e le bocche di fuoco sono contornate da profili in ferro.
Il Nostro recupera la consuetudine delle piastrelle adattandole al gusto contemporaneo: utilizza la ceramica vietrese, già usata anche nella realizzazione di pavimentazioni, e contorna con ferro battuto a ricciolo le bocche di fuoco e gli spigoli.
Ritroviamo l’accostamento fra la ceramica vietrese ed il ferro battuto anche nei caminetti: le bocche di fuoco presentano analoghe forme decorative; lo Stabile aggiunge a completamento grandi mensole in pietra serena rivestite sul piano superiore in legno, aggettanti rispetto al filo del camino, inserti in cotto e cappe a bicchiere rovesciato.
Alcune volte isola il camino all’interno di una grande vetrata ad arco o il grande arco diventa esso stesso il camino.
Infine negli ultimi esemplari da lui realizzati, sperimenta forme nuove con cappe cilindriche e rivestimenti in mattoni in coltello, a riprova della continua inquieta ricerca su forme e materiali.
I caminetti realizzati mostrano preferenza per alcuni caratteri che diventano nel corso del tempo la sua “firma”: l’uso della bocca di fuoco contornata da ferro battuto in forme ondulate, l’accostamento tra le piastrelle in ceramica e il cotto in coltello, la pietra serena e i ripiani in legno massello.
I caminetti di “Sta” diventano un genere “alla moda” e, forse suo malgrado, l’architecnico li declina seguendo le indicazioni dei committenti.
Molto diversi sono i caminetti nei sui schizzi e disegni di studio, come appaiono dai progetti in archivio.
“…Inutile come un camino d’estate” scrive Francesco Milizia, architetto veneto del settecento, riportata nella sua opera “Principj di Architettura Civile” del 1785.
È forse proprio in questa definizione, paradossale, la chiave di lettura delle progettazioni di caminetti dell’architecnico Stabile: non perché il camino sia inutile, tutt’altro. C’è, invece, lo svincolarsi dalla rigidità della funzione (riscaldarsi, cuocere i cibi, anche raccogliersi intorno al focolare), e l’assumere la valenza di oggetto architettonico a sé stante.
Nei disegni in archivio, più che nelle realizzazioni, è evidente una grande libertà di espressione, che si accentua a partire dai primi schizzi a nostra disposizione risalenti ai primi anni degli anni ’70 (1974) fino agli ultimi (1996).
Alcuni elementi ricorrono nella progettazione: grandi mensole a sostegno della camera di combustione, a volte distaccata dal pavimento, ripiani in legno massiccio, nicchie, decori in ferro battuto o ceramica, cappe importanti.
Il caminetto viene rialzato dal piano del pavimento (caminetto di spicco – 1974) (fig. 6), a volte con un ricorso di mattoni in taglio (caminetto “Tempio” – 1979) (fig. 7); le mensole sono generalmente in pietra serena, la forma è piana, in alcuni casi arrotondata ai bordi estremi (caminetto d’angolo – 1979) (fig. 8). Piccole mensole di vari materiali sostengono gli sbalzi. (fig. 9)
Nel caminetto “è più salottiero – 1988” il Nostro progetta un oggetto ricercatissimo, denso di particolari: i mattoni di taglio compaiono al di sotto di una base in pietra serena arrotondata agli angoli estremi, la mensola superiore è sospesa su piedritti in ceramica decorata, placche in legno sagomato decorano i lati del camino, la bocca di fuoco è sottolineata da una cornice in ferro battuto, la cappa ha un rivestimento al collo in legno. L’elegante e iperdecorato caminetto viene immaginato in un salotto, ove si offre alla ammirazione degli ospiti. (fig. 10)
Il “caminetto di Gerardina” con piano di fuoco a semicerchio, è arricchito da due ali laterali sostenute da mensole. (fig. 11)
Particolari i caminetti “a barca”. (fig. 12-13-14)
Degno di nota lo splendido caminetto “Fratino”1991, dalla forma ricercata e assimilabile ad un mobile: interessanti in questo caso sono l’asimmetria e la cappa–arredo, sulla quale si innesta un candeliere in ferro battuto. Ottimo esempio di come un elemento architettonico destinato ad una funzione specifica possa poi servirne un’altra ben distante. (fig. 15)
Infine è da evidenziare la sua puntigliosa cura nel disegnare i particolari: fregi, piedritti, mensole; non esiste limite alla sua ricerca nella decorazione, se non il limite che ogni oggetto ha in sé, nella sua magnifica necessità.