LE GRANDI VILLE: Villa a Pomigliano d’Arco

 

Le grandi ville: Villa per Pomigliano D’Arco

La tipologia delle ville è stata dall’architecnico ampiamente indagata con studi di progetto più o meno particolareggiati, e tra queste ha dedicato attenzione anche allo studio di ville di grandi dimensioni. Nel suo Archivio i progetti di studio di due grandi ville bifamiliari, una a Polla e l’altra probabilmente da farsi a Pomigliano d’Arco, tutti datati 1985: in entrambi i casi si tratta di abitazioni che lui progetta per nuclei familiari diversi ma collegate fra loro (genitori-figli o fratelli).

La Villa per Pomigliano d’Arco ha in comune con la Villa Del Bagno, l’idea del soggiorno-pranzo inserito in un grande ambiente circolare.

La progettazione, che sembra quasi essere una ulteriore variante degli studi per la Villa Del Bagno, si sviluppa a partire da questo corpo circolare, arricchendosi poi del blocco lineare della zona notte e della abitazione satellite.

La composizione consta di un vasto e articolato piano seminterrato, ove trovano posto i garage, ambienti di soggiorno e depositi, i servizi, collegati fra loro da portici.

Attraverso un complesso sistema di scale, la cui caratteristica sono i pianerottoli arrotondati, si accede al piano rialzato: gli ambienti di soggiorno sono collocati nel volume rotondo, serviti da portici e terrazze.

La zona notte, angolata rispetto al corpo circolare, è servita da verande e terrazze, che la collegano all’abitazione satellite, dallo schema più tradizionale, inserito in un volume pressocchè quadrato.

Il piano di copertura prevede una terrazza sul corpo circolare, mentre le falde fortemente inclinate consentono di ricavare un secondo alloggio in mansarda per l’abitazione principale ed uno, più piccolo, per l’abitazione secondaria.

Il progetto è caratterizzato da una grande compattezza e si compone di alcuni elementi emergenti: il grande volume circolare che contiene gli ambienti di soggiorno, quasi una torre, circondato da portici ad arco; le coperture a falda fortemente inclinate, che disegnano ambienti in mansarda; le testate delle terrazze e dei portici, nonché i pianerottoli delle scale, tutti elementi arrotondati; un piano sfalsato nell’abitazione più piccola, per sfruttare i volumi determinati dalle pendenze delle falde.

L’immagine della villa risulta così chiusa in se stessa e poco disposta alla osservazione dell’esterno.

A differenza delle ville marine, tutte rivolte alla contemplazione del paesaggio, questa villa rifugge dall’osservazione sull’immediato ambiente esterno e sembra concentrare lo sguardo sul proprio ambiente interno, che si arricchisce di sbalzi, sporti, portici: quasi un Hortus Conclusus. Nessun’altra abitazione, infatti, è così ricca di spunti destinati alla vita intima degli abitanti, quasi a voler finalmente, nella maturità stilistica conseguente forse anche dalla sua età avanzata, concedere spazi al piacere di vivere ambienti senza pareti e senza tetto.

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