VILLE A TORRE

 

Le Ville a Torre: abitare la torre.

Nel corso della sua lunga carriera professionale, l’architecnico Stabile ha fatto spesso ricorso alla tipologia della torre: un elemento architettonico comune nel paesaggio dei centri storici del nostro territorio. Ricordiamo le torri medievali delle mura fortificate e le successive torri di difesa dei castelli , una per tutte il mastio del Castello Macchiaroli a Teggiano: torri a pianta circolare, tozze e con poche aperture. La torre consente una visione panoramica sul paesaggio, soprattutto se si eleva rispetto al fabbricato, e ne diventa un elemento costitutivo significante.

Negli anni ’80 Stabile progetta per Pietro Romano a Monte San Giacomo la Villa Castello: di essa conserviamo alcune fotografie del plastico che il Nostro fece realizzare per meglio comprendere la complessitù del progetto.   (Figg. 1 – 2)

La Villa, posizionata su una “zattera” per superare un dislivello del terreno, ha la pianta leggermente angolata, ad una estremità della quale è collocata la torre, ampia e non molto alta, merlata, destinata probabilmente a contenere ambienti di soggiorno: è collegata con una grande terrazza all’ultimo piano, mentre terrazze più piccole sono raggiungibili ai piani inferiori. Grandi porticati con campate ad arco circondano l’abitazione, che doveva godere di una splendida vista sulla valle.

La realizzazione, completata molti anni più tardi, non ha seguito le indicazioni di progetto dello Stabile, ma resta comunque a testimoniare questa particolare preferenza stilistica del Nostro.

Nel progetto della Villa Paradiso (1992) la torre merlata viene utilizzata per racchiudere e individuare il corpo scala: altri corpi arrotondati caratterizzano i pianerottoli e una terrazza. Alcuni elementi tipici delle sue architetture sono anche qui presenti: falde fortemente spioventi, che partono dal piano terra, merlature al coronamento inferiore delle balconate, portici con archi a tutto sesto. (Figg. 3 – 4 – 5)

La villa assume così l’aspetto di un fortino, robustamente caratterizzata e come rinchiusa in se stessa.

Il progetto della Villa svago – Castro del Codone (Polla 1992) presenta sempre l’aspetto del villino fortificato, qui ancora più accentuato dalla posizione elevata in cima ad una collina che fronteggia la distesa pianura del Vallo.

Il Nostro, oltre alle consuete indicazioni, commenta i disegni (progetto lampo!) con affettuosa familiarità considerata la parentela coi  committenti: si firma infatti zio Luigi e continua “Matteo che qua lo immagino felice e contento”.

Dal progetto si evince la volontà di inserire la zona pranzo nella una torre merlata, ribaltando la consueta disposizione delle funzioni: in questo caso la zona giorno è alloggiata al piano superiore, quasi a maggior godimentto dell’ottima vista, mentre al piano più basso probabilmente trova posto la zona letto. Una scalinatella longa longa consente di raggiungere la villa dalla strada sottostante: un vero e proprio divertissement che l’architecnico dedica compiaciuto ai committenti.  (Figg. 6 – 7 – 8)

Abbandonando l’eleganza e le modeste dimensioni dello chalet, lo Stabile arriva a queste personalissime ville fortezza, oggetti destinati ad essere immediatamente riconoscibili nel paesaggio che li circonda, quasi un segno della presenza dell’uomo nella natura circostante.

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